Doveva essere una summa
dell’autore, ma meglio si rilegge fuori dei cliché
(nomadismo, collezionismo). Il saggio su Stevenson – un doppio: come fustigarsi
allo specchio. Quello sul razzismo biologico di Konrad Lorenz, l’etologo premio
Nobel 1974: una scoperta d’archivio che esplicita molti sottintesi. Le case
capresi d’autore, di Malaparte, Axel-Munthe, il barone Fersen. E lo storione
familiare.
Sarà vero che “il reale è sempre
più fantastico del fantasioso”, ma come saggista Chatwin è solo diligente,
ripetitivo anche, insistito.
Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza
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