Un piccolo capolavoro di umorismo
esistenziale, la chiave propria di Malerba sotto la vena surreale, che Jean
Talon e Cavazzoni ripescano. Portando i 131 apologhi della raccolta iniziale,
Einaudi 1980, pubblicati da Calvino, a 155, on aggiunte trovate tra le carte
dello scrittore: allegorie di vita quotidiana, nel pollaio e nell’aia, semplificati
al modo zen, e franchi. Con prodigiosi aggiornamenti. C’è la gallina che soffre
di gelosia, e quella di Waterloo, che al modo del celebrato Fabrizio Del Dongo,
fu a Waterloo e non se ne accorse. Con la gallina filosofa esistenziale - “«Per
diventare filosofa», diceva, «non importa pensare a qualcosa, basta pensare
anche a niente»”.Ma c’è già la gallina del Nord, quella bio o ecocompatibile, e
quella della realtà virtuale – questa già a una prima riedizione vent’anni fa.
Una è perfino di attualità: “Una
gallina che si sentiva molto europea volle essere tradotta in tedesco”. Con una sola cattiva, forse,
della vecchia, non pacifica, casa Einaudi: “Una gallina di nome Natalia aveva deciso
di scrivere un romanzo”, e siccome ne era incapace “scrisse invece i suoi ricordi
di infanzia ed ebbe molto successo tra le oche”.
Luigi Malerba, Le galline pensierose, Quodlibet, pp. 87 € 12
Nessun commento:
Posta un commento