Il Germania-Italia
torna all’ora della lezione in classe. Con un tutore tedesco sempre più
inflessibile, che niente soddisfa. Si penserebbe l’Unione Europa un patto tra
uguali, ma la Germania non la pensa così: h un nucleo forte di satelliti,
compresa, alla sua maniera sciovinista, la Francia, e con essi ha modellato
l’Unione come una piramide: non c’è da discutere, c’è solo da obbedire.
L’argomento che la
Germania è parte in causa e quindi ha diritto di critica non vale. La critica va
esercitata in queste materie nei luoghi deputati. Fare ogni pochi giorni dichiarazioni
in pubblico contro l’Italia è mettere l’Italia indifesa in condizione di
ulteriore debolezza. La conseguenza non è da poco, ed è anzi all’ora attuale il
punto debole più forte dell’Italia: non ci sono schermaglie politiche
Berlino-Roma, c’è un attacco costante, amplificato dall’effetto annuncio, di
Berlino contro Roma.
Questi sono i fatti
dell’Unione Europea all’ora germanica. Che la Germania si arroghi, con
cognizione chiara degli effetti, queste critiche distruttive è un segno da non
sottovalutare: non è un eccesso inconsapevole e non è un errore, è un modo di
essere. Passiamo da un imperialismo atlantico a uno tedesco e le differenze sono
enormi: dalla crescita materiale e democratica perfino abnorme alla
dissoluzione, senza remissione.
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