Un
asciutto saggio sul dare e avere della Germania nell’euro. Il “deutsche
Michel”, il tedesco della strada, si sente defraudato, derubato. Dai latini,
mediterranei, europei in genere – non, curiosamente, dagli slavi, che sempre
nella storia aveva ritenuto parassitari e banditi di passo, ma che ora marciano
volenterosi con Berlino, dalla Slovenia alla Polonia. Non è una novità, ma ora
è un fatto politico. Offe smonta l’argomento politico con tre considerazioni,
tutte economiche.
La
Germania non può rifiutarsi agli obblighi della solidarietà europea perché è il
paese che ha tratto dall’integrazione i benefici maggiori, e le esportazioni lo
attestano. Con questo “eccesso d esportazioni” la Germania ha acuito i problemi
economici di molti paesi europei. È cioè essa stessa in parte causa del
problema. Il terzo argomento è lo spread,
cioè un “vantaggio comparato” (di cui estesamente in “Gentile Germania”): la
crisi favorisce la Germania, che paga interessi sul suo debito in calo - e in
termini reali negativi, va aggiunto - proprio perché altri paesi devono pagare
interessi sempre più elevati.
Claus
Offe, Europa in der Falle, “Blätter
für deutsche und internationale Politik”, 1\2013, pp. 67-80
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