mercoledì 16 luglio 2014

Quando l’Italia abbatté l’Urss con gli euromissili

Il 7 agosto 1981, c’era da qualche giorno il governo Spadolini, il Tg 1 aprì alle 20 con la notizia che l’Italia avrebbe schierato gli euromissili a Comiso, “in Sardegna” – corredavano la notizia immagini di greggi e pastori. Ma era l’esito di una decisione, avviata due anni prima, giorno più giorno meno, con la costituzione di un apposito governo, voluto da Pertini per decantare il  compromesso storico dopo la sconfitta elettorale di Berlinguer. E preparare il ritorno al centrosinistra, col Psi, che sarà fatale all’Urss, prima e più di Solidarnosc e del papa Giovanni Paolo II.  Un ritorno che si fece a dicembre del 1989, col secondo governo Cossiga, Dc-Psi -Pri, che sarà detto “il più a sinistra” della Prima Repubblica. Col compito questa volta dichiarato di fare da battistrada all’Europa nello schieramento degli euromissili.
Un lapsus più che un errore, quello del Tg 1: un riferimento indiretto a Cossiga, l’allora presidente del consiglio, che gli euromissili aveva negoziato ed era sardo. I mesi successivi al varo del suo primo governo, Cossiga li aveva dedicati, d’accordo con Pertini, a convincere gli europei della Nato ad accettare gli euromissili. Ottenendo la disponibilità dell’Olanda e del cancelliere tedesco Schmidt, socialista, ma a condizione che l’Italia per prima accettasse di schierarli.
La questione degli euromissili era stata creata dall’Urss, che aveva schierato l’arsenale nucleare in Europa, nei paesi satelliti. Gli Stati Uniti, Kissinger prima poi Reagan, decisero di reciprocare per contrastare la minaccia sovietica, schierando i missili a maggiore potenza e più lunga gittata nei paesi europei. Che però nicchiavano, prima della decisione italiana. Mosca non reggerà la sfida sugli euromissili, malgrado una serie affrettata di cambi di regime, quattro capi di Stato e di Partito in quattro anni, da Breznev a Cernenko, Andropov e infine Gorbaciov, che nella sostanza si arrenderà.
Saranno gli euromissili a isolare il Pci, prima e con più chiarezza che la “questione morale” – che Berlinguer adotterà su impulso del partito dei “tecnici”. Berlinguer, ma anche Napolitano, faranno dell’opposizione agli euromissili la campagna più impegnativa, e anche radicale, del Pci negli anni 1979-1983. Con più veemenza che la stessa Mosca. Facendo di Craxi la bestia nera. Proprio Craxi che, nel Psi chiamato a pronunciarsi sulla questione nel marzo-aprile del 1980, aveva tergiversato a lungo, per non isolare il Pci e per non contribuire al riarmo. Convincendosi alla fine a un sì condizionato: sì agli euromissili Nato se l’Urss non smantellava i suoi.

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