È la riprova che l’informazione è
malata, a partire dalla sua radice, l’informazione economica – dimmi come mangi
e ti dirò ch sei. Fatta dalle banche d’affari, che sono poi le artefici e beneficiarie
del neo monopolismo, o “grande è bello”. Un mercato che inneggia al monopolismo
è per natura sospetto. Tanto più quando il monopolio, come ora, s’impone nell’informazione.
E invece non c’è scandalo, solo entusiasmo.
Più bizzarra è la disattenzione
della politica, dei pubblici poteri. Che dovrebbero temere più dei singoli il
monopolio dell’informazione e invece se ne congratulano, lo benedicono. Nel
nome dell’efficienza, dell’occupazione (del suo aumento o della sua
riduzione?), della conconcorrenza internazionale, tutta roba risaputa senza
senso.
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