Il
Parlamento che s’insedia tra abbracci e rituali, mentre nel Canale di Sicilia è
la guerra quotidiana, poco meno, è un
profilo brutto dell’Europa ma il profilo giusto. Questa Europa, a cinque
settimane dalla protesta, non si scuote. È il solito Schulz manovratore,
con dodici o tredici vice-presidenti –
una carica inutile, se non per l’appannaggio. E gli oppositori che si chiamano euroscettici
e voltano il culo.
Un’Europa
a trazione posteriore? Non ce n’è altra. C’è la recessione, ma l’Europa non lo
sa. C’è la corruzione, capi di Stato vanno in carcere, l’Europa fa finta di
nulla. Arrivano a migliaia gli immigranti, con decine di morti sotto i piedi,
ogni giorno, e l’Europa risponde coi risolini di Angela Merkel, “noi siamo più
bravi dell’Italia”, e una signora svedese che ha un nome, Cecilia Maelstrom, ma
non si sa se esista davvero. Un mercato di carne umana alle porte dell’Europa e
in Europa, nel terzo millennio.
Un
mercato senza precedenti nella storia, perché gli schiavi in qualche modo erano
protetti, e non dovevano pagare il “pizzo”, pagare per sopravvivere. Africani e
asiatici pagano per traversare il deserto, pagano per un pugno di riso in Libia,
pagano per sfidare la morte in acqua, pagano per fuggire dai centri di prima
accoglienza. Devono pagare ad altri africani e asiatici, che però non sono
pesci fuori dell’acqua a Roma, Milano e oltralpe.
C’è
una mafia di questo traffico. Ma soprattutto c‘è, a Bruxelles e ovunque
oltralpe, tanta superficialità. Tanta ignoranza anche. Sa la Merkel, la figlia
del pastore, o la mamma Maelstrom, dov’è la Libia, dov’è l’Africa, cosa sono la
Libia e l’Africa? Certamente no, altrimenti si atteggerebbero meno. O è
insensibilità. E questa è l’Europa migliore: ricca, sapiente, riformata,
dell’io-e-il-mio-Dio, che si elogia e si assolve.
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