martedì 15 luglio 2014

Verso un prestito forzoso

Non ci sarà, forse, la “manovra” di agosto, ma ci dovrà essere un prestito forzoso per tagliare il debito. E tanto prima tanto meglio. Siamo già in ritardo di dodici anni.
Per orgoglio o incoscienza fu evitato dopo Maastricht e prima dell’entrata in vigore dell’euro il consolidamento previo del debito italiano. Un fardello altrimenti schiacciante, se ancorato a una moneta “estera” a cambio fisso Ora si comincia a ridiscuterne, ma come se si navigasse nel vuoto. Mentre i “come” si sanno, e da tempo sono discussi – anche in questi post, i più letti del sito:

A questo punto un prestito forzoso è l’unica via d’uscita. Non facile da attuare oggi, dopo il governo Monti, che ha eroso e sconvolto la rendita urbana, alla quale il Tesoro avrebbe potuto attingere in misura quasi indolore. Monti l’ha praticamente dissolta, insieme col ciclo immobiliare a essa collegata, nella idrovora fiscale, dei Comuni e gli altri enti locali parassitari. Uno spreco incommensurabile. Ma la “casa” potrebbe sicuramente sopportare un altro sacrificio, insieme con i capitali, se esso liberasse il mercato dell’ombra dissolvente del debito.  

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