sabato 2 agosto 2014

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (214)

Giuseppe Leuzzi

Ma un italiano non ha vinto il Tour? Dall’inizio alla fine? Sulle Alpi e anche sui Pirenei. Roba ciclopica, da imprese storiche. O ciclopica in senso stretto, Nibali essendo siciliano? Per questo l’impresa è minore, e quasi una vergogna – se ne parla sui giornali, ma in Francia.

L’ “astuzia nordica” è il leitmotiv del romanzo di Lion Feuchtwanger “I fratelli Oppermann”, sull’avvento di Hitler. L’ipocrisia piena di sé.

Lo storico tedesco poi nazista Seeck sosteneva un secolo fa che il diritto pubblico (romano) fosse contrario all’onore individuale, sul quale i tedeschi regolavano la convivenza, e solo su di esso - il diritto del più forte.

“In arrivo 700 migranti. Aprite chiese e caserme”, è l’appello disperato della Toscana: prefetti, Regione, Province e Comuni tutti insieme. A tutela del decoro. Perché Lampedusa non è in Toscana?

La “gallina calabrese” di Malerba (“Le galline pensierose”), è una che impara presto a essere mafiosa. Va in giro domandando della mafia, e tutti le rispondono che la mafia non esiste. Allora comincia a dirlo anche lei, e tutti capiscono che è diventata mafiosa.

Un’altra gallina calabrese invece, sempre di Malerba, sa tutti i filosofi in doppio V: Wittgenstein, Whitehead, Wolff, Weisse, Wundt, Wahl - fino a Wodehouse, che l’acquieta di più. Ma è calabrese solo per essere di Vibo Valentia, doppia v anch’essa, sebbene staccata.

Notte e nebbia
Il Teofilo della leggenda di Teofilo, una delle prime versioni di Faust, Heine dice ne “Gli dei in esilio” “siniscalco del vescovo di Adama in Sicilia”. Mentre è Adana in Cilicia.
Adama è anche il maestro di Hyperion nel romanzo-tragedia omonimo di Hölderlin. Che anche lui fa confusione in Turchia. Anche in Germania, poiché a confidente di Hyperion e aedo di libertà elegge Bellarmino, nome di inquisitore. Ma più in Turchia: chiama Alabanda il combattente della libertà a Smirne. Il nome di una bisca. Antica città della Caria, a Sud della confluenza del Marsia col Meandro, oggi Arabhisar, a quaranta chilometri da Aydin, Alabanda era nota a Strabone per essere luogo di libertinaggio, una Las Vegas turca.
Sotto Napoli è nebbia. Lo pensava anche Stendhal.

Sudismi\sadismi
Nei primi quattro mesi solo 57.405 visitatori per i Bronzi di Riace. Di cui solo 21.407 paganti. La direttrice del Museo archeologico di Reggio è contenta, perché i visitatori sono raddoppiati con la riapertura.  Paolo Conti e il “Corriere della sera” vogliono invece il Museo chiuso, non fattura abbastanza: “Il Museo dei Bronzi è costato 32 milioni ma incassa 840 euro al giorno”.
Un miglioramento forse c’è: nei primi sei mesi i visitatori sono saliti a “quota 98.672”. Sopra la “quota 90”.
E a Brera? Noi ci siamo stati un paio di volte da soli. Merita.

Dell’omertà e della Legge
Chiude a Roma il giornalaio nella piazza al centro del quartiere. Tutti sanno perché ma nessuno lo dice – lo sussurra, malvolentieri, e come ipotesi. Ha chiuso nella stessa piazza, alla ferrata dell’autobus, il caffè con le panchine e i tavolini. Tutti sanno perché ma non lo dicono – lo sussurrano etc. Hanno chiuso i due maggiori concessionari di auto, prospicienti – tutti sanno (troppi anticipi senza consegna) etc. A Roma, in un quartiere di intellettuali e borghesi, senza mafie. Non è omertà, poiché nessun delitto è stato commesso, insomma, non di sangue, ma è una forma di riserbo, in un certo senso di rispetto. In Calabria invece tutto sarebbe stato detto, esibito, imputato. In Calabria dove secondo la Legge c’è invece l’omertà. In città e nei paesi.
L’omertà è un concetto ambiguo, e per questo si penserebbe tanto più da studiare, anche sociologicamente, e invece niente. È una barzelletta: il siciliano muto, la faccetta che non vede, non sente, non parla, eccetera. È un concetto giornalistico, cioè ripetitivo e potenzialmente sciocco, approssimato. Ma che perciò ha funzione di realtà. Al Sud c’è la mafia perché c’è l’omertà.
Avendone vissuto un caso di persona, si può portare testimonianza diretta di un’omertà che è invece la Legge. Niente di meno.
La Legge è omertosa perché si sussurra tutto, se lo dice, se lo trascrive, nelle Note di servizio di ogni sottufficiale dei Carabinieri comandante di stazione, se lo archivia. Con resoconti, diagrammi e organigrammi dettagliatissimi, fino alle estreme propaggini del concorso esterno – il caffè preso al bar. Anche questo lo possiamo testimoniare per esperienza diretta, avendo visto la documentazione in più casi come giornalista. Ma interviene a reprimere “a babbo morto” – nel nostro caso in senso letterale. Non quando il mafioso nasce: minaccia, mette le bombe, fa una rapina, un rapimento, la grassazione quotidiana (pizzo, dispetti, soprusi, e accumula. No, interviene a distanza di venti e anche trenta anni, in qualche caso addirittura alla seconda generazione, quando l’accumulazione è ormai diversificata e difficilmente rintracciabile – Ciancimino jr, che beneficia ancora dei lasciti paterni, è un esempio tra i moltissimi. Per cui si stabilisce che il crimine paga. Malgrado i digrammi.
Siate voi uno che ha subito un sopruso. E lo denunciate. Dovete portare le prove. Dopo aver subito un interrogatorio infamante su chi siete, cosa volete, e se non millantate. Poniamo che al sopruso sia succeduto un delitto, e che quindi la Legge sia obbligata a intervenire. Vi chiederà se avete dei sospetti, voi li direte, li spiegherete e li proverete. Ma se non avete trovato il criminale in flagrante, non l’avete bloccato e non avete testimoni, non succede nulla. Poniamo che, quando il giudice vi chiamerà prima dell’archiviazione, e vi chiederà anche lui se avete dei sospetti, e voi fate nomi e cognomi, lui li condanni, magari solo a pochi mesi. Prepotenze e delitti si aggraveranno subito contro di voi – tutti i danni patrimoniali che l’assicurazione non copre. Voi li denuncerete, sarete sottoposti al solito interrogatorio se gli incendi e le bombe non sono opera vostra, e nient’altro succederà.
A voi viene il sospetto che i criminali siano informati in qualche modo di tutto quello che raccontate alla Legge.  Attraverso quelle che ora si chiamano talpe, una volta confidenti. Ma non potete farci nulla. Ed è meglio non dirlo, potreste subirne le ire, le ire della Legge.  Tutto ciò che voi dichiarate viene infatti registrato, e confluisce nei dossier, i diagrammi, gli organigrammi etc., che a distanza di trenta e quarant’anni sarà portato a danno vostro o dei vostri familiari, e qualche volta dei criminali.
Il vero tema sarebbe: la mafia cresce perché è impunita. Lo svolgimento legale è: non parlare, il nemico ti ascolta.  
 “Parlare” era estremamente rischioso nei paesi del socialismo reale. Era anzi una colpa. In regime democratico, di libertà di parola, dovrebbe essere protetto. Ma non è così. Non in Italia. Non al Sud. Bisogna dimostrare di aver diritto a parlare. E dimostrarlo agli stessi che lo vorrebbero impedire. A meno di non essere pentiti, cioè mafiosi, meglio se pluriassassini, con diecine e (Spatuzza) anche centinaia di morti.
È un groviglio? No, è una politica.
È vero che questa politica si fonda sulla subordinazione del Sud. Per comodo e, ormai, anche per mentalità. Ma questo è un altro discorso, la Legge è nazionale.

leuzzi@antiit.eu

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