Cosa
vuole Draghi si trova scritto, prima, negli studi e i bollettini della
Bundesbank. Oggi non si sa se Draghi è quello che dice “Il Sole 24 Ore”, col
ministro Padoan, in procinto di rilanciare l’economia. Oppure quello che
assicura Martin Feldstein, che Draghi ha ascoltato anche in privato, che non
farà nulla. È come dice Feldstein: non ci sono novità. Perché è come dice la
Bundesbank.
Nel
2014, con la recessione che non è più solo un peccato dell’Italia ma minaccia la
Germania, Francoforte è sempre per l’austerità, Bce e Bundesbank unite nella
lotta. Il credito è troppo facile. L’euro non è troppo forte. Ci vuole rigore
nella spesa. E naturalmente bisogna “fare le riforme”. Una politica monetaria
suicida, che Angela Merkel, che l’ha voluta in passato a fini concorrenziali,
per stringere il cappio a qualcuno, ha difficoltà a dismettere. Il resto del
mondo va forte in questo 2014, la Ue no, e non si vede rimedio.
Questo
del “fare le riforme” senza dire quali fa pensare alla stupidità – al
burocraticismo – più che all’errore.
Cosa
sono le “riforme”? Chiudere gli ospedali? Chiudere la scuola? Vendere la
pubblica amministrazione, anzi no, darla in comodato? Draghi, che ha fatto le
privatizzazioni vent’anni fa a beneficio dei privati, magari ci pensa, ma non è
uno stupido.
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