domenica 10 agosto 2014

Dio non muore mai

Come per Simone Weil, “La rivelazione greca”, si può dire questa corposa raccolta di saggi, che si ripubblica dopo un quarto di secolo, tonificante per la sua inattualità. I brani antologici intitolati “Il romanzo dell’antichità”, una buona metà della raccolta, sono il filo conduttore dell’opera di Kerényi, letterato più che pensatore, specialista dell’ellenismo, nel cui ambito si sviluppò la forma romanzo che lui analizza. Un saggio, “Ippocrate, il medico divino”, ne presenta i luoghi di culto e ne segna l’evoluzione, derivandone il mito e le funzioni da Apollo e Dioniso.
Il saggio del titolo, “Rapporto col divino”, è quello che lo rende inattuale. Il contatto dell’uomo col divino Kerényi trova costante nella storia, e profetizza immortale, a dispetto di qualsiasi secolarizzazione.  
Karl Kerényi, Rapporto con il divino e altri saggi, ill., originale con trad., Bompiani, pp. 712 € 35

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