È sempre “Fortezza Europa” nelle
classifiche internazionali del prodotto lordo – di cui fanno fede le statiche
del Fondo Monetario Internazionale. Il prodotto intero lordo dei Paesi europei
membri dell’Ocse (con l’esclusione quindi di Lituania, Lettonia, Romania, Bulgaria,
Malta, Cipro, Croazia – e di quelli extra Ue: Serbia, Albania, Kossovo, Bosia,
Macedonia) supera quello Usa. E continuerà a superarlo nelle proiezioni al 2030
– facendosi superare attorno al 2025 dalla Cina. Ma il divario con gli Usa si
restringe: l’Europa cresce dal 2009 meno degli Stati Uniti. E all’interno della
Ue le situazioni sono disparate. L’Italia, per esempio, vede il suo peso
scemare.
Il pil non è un misuratore di
grande affidabilità. Non vuole dire niente che l’Arabia Saudita abbia “sorpassato”
la Svizzera o la Svezia, e il Belgio, l’Austria, la Danimarca – un paese di cu
non si conosce nemmeno la popolazione, che per lo più vive ancora sotto le
tende, ed è ricco grazie al petrolio a 100 dollari, che non ha nessuna ragione economica. Lo stesso, quando sarà, della
Cina più ricca dell’Europa o degli Usa. Ma le sue variazioni sì, sono
significative: misurano le dinamiche, e quella europea è in costante
rallentamento.
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