I giudici vorrebbero, e si sono per
questo organizzati a dare battaglia in Parlamento, allungare i termini della
prescrizione e non ridurli. E\o congelarne il decorso dopo una sentenza.
Giudici come si vede che non hanno nessuna coscienza del loro ruolo sociale, e nei
confronti delle vittime, degli accusati, degli accusatori. Di un’insensibilità
peraltro radicata: la pretesa è incostituzionale, ed è assolutamente
contestabile alla Corte Europea, ma si radica nello scempio del cosiddetto
nuovo codice di procedura penale che una ventina d’anni fa introdusse il rito
accusatorio. Uno scempio patrocinato dalla Cassazione e dal Csm.
Il “nuovo codice” dà ai Pm sei mesi
per condurre le indagini. Ma si contano i casi in cui il temine è stato
rispettato. Il codice prevedeva il prolungamento delle indagini per due volte
sei mesi per ragioni particolari, e il termine quindi si è di fatto prolungato
a diciotto mesi, tutti essendo casi particolari. Siamo già a un quarto circa
dei tempi di prescrizione. Un altro quarto, se non due quarti, i pm se lo
prendono con un trucco: poiché il termine di sei mesi per le indagini decorre
dal momento in cui si indaga su una determinata persona, i pm non ne iscrivono il
nome nell’apposito registro, lo fanno il più tardi possibile. Ma questo non ferma
il decorso dei termini della prescrizione. Per cui per il processo vero e
proprio restano non più di 24-12 mesi: il dibattimento ai affretta, i diritti
della difesa si conculcano, il giudice decide fuori dal dibattimento stesso.
Omettere l’iscrizione di un
indagato nell’apposito registro è un reato duplice: omissione di atti d’ufficio
e inosservanza dell’apposita norma del codice di procedura. Ma la Cassazione,
più volte investita della questione, più volte ha statuito che le Procure della
Repubblica sono “sovrane”, possono fare quello che vogliono. Che sembra
bizzarro e lo è, ma è la giustizia.
Facendosi scudo dei tanti giudici
martiri, di mafia o del terrorismo, e dei due o tre che lavorano, la giustizia si
fa un privilegio della neghittosità. Oblomoviana, meglio belacquiana, dal
Belacqua della “Divina Commedia”. l’accidioso., il pigro. Furba. Si vede dal
trucco di farsi scudo di Berlusconi e le sue tante prescrizioni, per passare in
massa per martiri, quando sono milioni invece i processi in cui i ritardi
producono danni. Milioni ogni anno. Ritardi, va ripetuto, illegali, benché
coperti dalla Cassazione e dal Csm. E impunita: senza mai un’autocritica.
Questa “riforma” non si potrà non
fare - riportare la gestione della giustizia dentro la legge. Ma l’opposizione
dei giudici non è senza importanza: sicuramente troveranno altri mezzi per non
lavorare.
Fra tutti i blocchi che hanno
indebolito e retrocesso l’Italia in quanto economia - produzione di ricchezza -
il menefreghismo dei giudici è stato certamente il maggiore. Si potrebbe anche
argomentare che non sarà tra molto che l’Italia non avrà più di che pagare i
privilegi dei giudici. Ma è retorica che non attacca: il giudice resiste,
resiste, resiste.
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