Rossella Orlandi, che
dirige l’Agenzia delle Entrate, lamenta di aver passato “un intero pomeriggio
per capire come dovevo pagare l’Imu”. E non ha pagato la Tasi.
Ma non c’è solo l’Agenzia
delle Entrate. Le banche, che hanno voluto il monopolio dei pagamenti al fisco,
introducono sempre nell’F 24 uno o due codici che nessuno sa cosa siano e
niente spiega. Perché essere inefficienti invece che efficienti?
L’Acea, azienda disastrata
anche amministrativamente, manda bollette anche se non si è clienti. All’ennesima
bolletta, si pensa di dover segnalare il caso all’Autorità per l’Energia.
L’Autorità per l’Energia risponde che, in ottemperanza alle leggi X e Y,
regolamenti A e C, decreti presidenziali, etc., non può assumere il caso prima
che l’Acea non abbia risposto alla contestazione. Il tutto con un lettera lunga
due fitte pagine, a spazio 1. Il lavoro di una persona, più il capo reparto, e
il capo ufficio. Di un solo giorno?
L’Acea non risponde, e
quindi il caso non si tratta: l’Acea può continuare a mandare le sue bollette. Forse non paga il
francobollo.
E il tempo perso sulle
false fatture Acea? E le energie nervose? E le attese alle Poste per fare la
raccomandata? E i 5 euro di raccomandata? Più le tante fotocopie di
“necessaria” documentazione? Questo è il mercato libero. Questa è la parte
nobile dell’Italia, quella privata. Di cui le pubbliche Autorità restano in
attesa.
Caprotti (Esselunga) fa
vedere a Dino Messina, “Corriere della sera”, una multa da 6.000 euro, per
“incompleta tracciabilità di una partita di acciughe”. Benché “l’origine sia
provata”, e sia italiana come dichiarato, occorre che il prodotto sia stato
comprato sul peschereccio, èl a motivazione, senza intermediari.
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