La
natura del bene si comprende solo comprendendo la natura del male, Giovanni
Reale fa dire a sant’Agostino su “La Lettura” oggi. Agostino non l’ha detto, ma
ci può stare: il santo è un peccatore, anche lui. “La lettura” fa dire a Reale
pure che tutti, da sant’Agostino a don
Gelmini, sono “macchiati da alcune vicende giudiziarie”. Questo non è vero, le
“vicende giudiziarie” sono cosa recente, un termine generico coniato per quel
groviglio di accuse e sospetti che da un quarto di secolo sostituiscono il
giudizio e assommano a una condanna. A opera di giudici in genere corrotti – giudici
propriamente detti e giornalisti.
Il
caso dei preti santi e peccatori, quelli accusati perché di destra e quelli non
accusati perché di sinistra ma mormorati (per esempio di “Libera”), era stato anticipato
in chiave anticlericale a carico di don Bosco. Che però mise gli accusatori nel
sacco – i Savoia erano, oltre che laici, anche beghini. E si fece santo vero,
produttivo.
Le
“vicende” di don Gelmini e don Verzé sono analoghe, ma in ambito clericale. Per
appropriarsi delle risorse pubbliche da parte di preti concorrenti, nel caso di
don Gelmini – accusato di violenze sessuali a 82 anni, da drogati…
(bisognerebbe mandare i giudici, e i cronisti giudiziari, ad assistere i
drogati, anche solo per un giorno). Le “vicende” di don Verzé sanno tutti che
erano una sola: aveva novant’anni e non voleva mollare il San Raffaele alla
cricca Rotelli-Bazoli.
Nessun commento:
Posta un commento