Pochi abili tratti – Coloprisco di
professione insegna Omero, per passione è teatrante – tracciano l’ambiente
nella memoria: il grecale di tre giorni, che fa gemere gli ulivi, le fosse del
carbone, il braciere, zappatori e raccoglitrici all’alba, il mare sotto la
nevicata, tra Palmi, il Sant’Elia, la Marinella, la Tonnara, le zeppole, il
Torbido. Nello sguardo del protagonista che Coloprisco vuole puro, e quindi di
mestiere libraio – uno che non vende non s’infetta.
Libraio era anche il protagonista un
paio d’anni fa di un altro autore del territorio che lo vuole puro, Vincenzo
Caccamo – che però è di mestiere lui stesso libraio, i libri riuscendo in qualche
modo a venderli, perfino a Reggio Calabria. Questo di “Meladoro”, il nome
fittizio del paese del libraio, è realista, oltre che puro, un commerciante che
sa unire i capi del filo. E la vicenda di soprusi e delitti finisce in qualche
modo bene, seppure non si dica per scongiuro, e per lo stesso motivo anzi solo
si prospettino dolori. Lontano comunque da casa, dalla famiglia, gli affetti, i
progetti, dall’Aspromonte, dalla Calabria.
Con la vivacità del dialogo,
maturata nell’esperienza teatrale, Coloprisco ha costruito un apologo, della
bontà che sempre vince. Ma di personaggi senza storia e senza spessore. Eccetto
naturalmente i mafiosi – che nella vita vissuta sono invece poveri di mente, al
limite della follia, anime irsute, e sempre brutti. Senza armi per combattere
il male, senza idee, senza appigli. E senza nemmeno il candore, giusto il
vittimismo.
L’apologo non è una forma tradizionale:
la narrativa di e sull’Aspromonte, di Alvaro, Perri, Zappone, Delfino, Gangemi,
è ben scultorea, rilevata, intrisa di umori, passioni, accensioni, ire, beffe. È
una forma imposta forse dalla nientificazione, che da un mezzo secolo circa opprime
il Sud con accumulo di detriti e scarichi tossici, nei libri, nei giornali,
alla Rai, e ormai, dopo due generazioni, con più forza nella psicologia stessa
dei meridionali. Un modo di dire mea culpa.
Aldo Coloprisco, Il libraio di Meladoro, Laruffa, pp.
173 € 13
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