Stanno tutti bene fuori dell’euro:
ci sarà un motivo? Non è un indovinello, è un fatto: l’Europa vive un’assurda
stagione, all’ombra della Bundesbank, ingombrante, incapace, dei burocrati suoi
famigli a Bruxelles – quelli di Juncker forse peggio di quelli di Barroso – e della
Bce di Draghi, l’uomo di Angela Merkel. Quelli della “riforme”, per intendersi,
che nessuno sa cosa siano, mentre l’Europa affonda, per effetto delle “riforme”
già fatte.
I corrispondenti da Bruxelles,
famigli di famigli, ripetono la solfa che la crisi è l’effetto delle “riforme”
non fatte. Della Grecia, del Portogallo, dell’Italia. I servi non necessariamente
sanno di che parlano. Ma ormai tutti sanno, da tempo, che non è così. La Grecia
che condiziona la Fortezza Europa, la principale area economica del mondo? O il
Portogallo, o anche l’Italia. Mentre tutti vedono che più “riformata” di come è
all’Europa non resta che il suicidio, ridursi a Taiwan, o a Soweto, le riserve
del lavoro.
Renzi avrebbe dovuto agganciare la
Merkel socialdemocratizzata. Non c’è riuscito, né con la Merkel né con il suo
partito. Non era facile, anche per l’implosione del partito in Francia con l’inetta
presidenza Hollande. Ora non resta che la recessione per tutti. Non c’è altro,
per disfarsi dei Draghi e dei Weidmann, per svegliare i socialisti, per disfarsi della non limpida
opinione pubblica che si impone all’Italia: il bisogno potrebbe essere un buon consigliere.
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