Manfred, appellativo romantico
dello scrittore da giovane, “un giovane tedesco”, è già insofferente nel 1960
del “parlare a sproposito dell’essere europeo”, della “pomposità retorica
contemporanea dell’assioma di «Cittadino Tedesco della Nazione Europea». Si parte così, per
questo viaggio di formazione, inanellando perle. C’è già anche il ballo delle
tarantate, che tanta antropologia avrebbe prodotto.
Gustav René Hocke è viaggiatore
acuto, uno che fa sorgere le sorprese dall’ordinario. La vecchia Taranto
ricorda “ricca di due molluschi, il murice e la vongola da seta”, da cui
ricavarono per secoli, accumulando “barre d’oro e d’argento”, una “mussolina
purpurea di seta” che faceva strage in tutto il Mediterraneo ricco. Nel fervore
religioso è distinta “una sorta sensualità acerba delle pratiche magiche, la
metamorfosi dell’Olimpo in una processione di santi, Maria sopra Minerva, sopra
Giunone”. Della “gente apparentemente e allegramente sognatrice”: “Occhi pieni
di malinconia possono esercitare un grande fascino, ma questo agisce come veleno
strisciante, se la loro tristezza annuncia solo forme ottuse di arrendevolezza”.
A volte dà più di una suggestione: “In
questo paesaggio sperduto la pace del «Nulla senza volto» regna sovrana… In
questo paesaggio la natura incontra la storia dell’esistenza umana. Da allora,
traccia il suo volo circolare solo l’atemporalità, il sommesso «ascoltarsi
dentro di sé», il terrificante: la mancanza, l’incapacità del ricordo, il cieco
annullarsi in un oceano di luce”. O nel 1939, nella prima edizione del viaggio,
il senso pratico di Heidegger dopo Nietzsche: “Questo mito dell’essere si sta
per convertire in un’immagine simbolica creata dall’uomo e dai contorni ben
precisi, fata di calore sensuale e di bonaria semplicità – la Gemütlichkeit? O i miti come “incontro
uomo-divinità”.
Hocke ha un fondo di cultura molto
spesso. Che lo aiuta a estrarre molto dal poco o nulla. Oggi dimenticato, forse
per aver scelto Roma a sua patria di elezione, è scrittore sensibilissimo, oltre
che lo studioso e restauratore, allievo di Curtius, dell’arte fantastica e del
ma nierismo, con i titoli di culto “Il Mondo come Labirinto” e “Il Manierismo
nella Letteratura”.
Gustav René Hocke, Magna Grecia. Escursioni letterarie
attraverso il Meridione greco d’Italia, fbe edizioni, pp. 231 ill. € 16
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