martedì 19 agosto 2014

La ricchezza perduta del Sud greco

Manfred, appellativo romantico dello scrittore da giovane, “un giovane tedesco”, è già insofferente nel 1960 del “parlare a sproposito dell’essere europeo”, della “pomposità retorica contemporanea dell’assioma di «Cittadino Tedesco  della Nazione Europea». Si parte così, per questo viaggio di formazione, inanellando perle. C’è già anche il ballo delle tarantate, che tanta antropologia avrebbe prodotto.
Gustav René Hocke è viaggiatore acuto, uno che fa sorgere le sorprese dall’ordinario. La vecchia Taranto ricorda “ricca di due molluschi, il murice e la vongola da seta”, da cui ricavarono per secoli, accumulando “barre d’oro e d’argento”, una “mussolina purpurea di seta” che faceva strage in tutto il Mediterraneo ricco. Nel fervore religioso è distinta “una sorta sensualità acerba delle pratiche magiche, la metamorfosi dell’Olimpo in una processione di santi, Maria sopra Minerva, sopra Giunone”. Della “gente apparentemente e allegramente sognatrice”: “Occhi pieni di malinconia possono esercitare un grande fascino, ma questo agisce come veleno strisciante, se la loro tristezza annuncia solo forme ottuse di arrendevolezza”.
A volte dà più di una suggestione: “In questo paesaggio sperduto la pace del «Nulla senza volto» regna sovrana… In questo paesaggio la natura incontra la storia dell’esistenza umana. Da allora, traccia il suo volo circolare solo l’atemporalità, il sommesso «ascoltarsi dentro di sé», il terrificante: la mancanza, l’incapacità del ricordo, il cieco annullarsi in un oceano di luce”. O nel 1939, nella prima edizione del viaggio, il senso pratico di Heidegger dopo Nietzsche: “Questo mito dell’essere si sta per convertire in un’immagine simbolica creata dall’uomo e dai contorni ben precisi, fata di calore sensuale e di bonaria semplicità – la Gemütlichkeit? O i miti come “incontro uomo-divinità”.
Hocke ha un fondo di cultura molto spesso. Che lo aiuta a estrarre molto dal poco o nulla. Oggi dimenticato, forse per aver scelto Roma a sua patria di elezione, è scrittore sensibilissimo, oltre che lo studioso e restauratore, allievo di Curtius, dell’arte fantastica e del ma nierismo, con i titoli di culto “Il Mondo come Labirinto” e “Il Manierismo nella Letteratura”.
Gustav René Hocke, Magna Grecia. Escursioni letterarie attraverso il Meridione greco d’Italia, fbe edizioni, pp. 231 ill. € 16

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