Per gli amanti del teatro una goduria, per dirla
con Montalbano. Di personaggi: Eduardo, Ripellino, Adamov, Beckett, Silvio
D’Amico, Orazio Costa, Egidio Guidobaldi (chi era costui? è tutto da leggere,
dalla p. 305 in poi), Jerre Mangione (id.), Carson McCullers, Gassmann, Sharoff, Genet -
con molto Pirandello, naturalmente, e Shakespeare. E di tecniche, di regia e di
recitazione, problemi, soluzioni, innovazioni.
Il titolo è di Silvio D’Amico. Continua a piovere
sull’arca e Noè, che ogni tanto deve uscire sul ponte a controllare che tutto
sia a posto, si ripara con un ombrello: si bagna lo stesso ma si sente al
riparo. “Forse è questo il teatro”, una compagnia che non risolve ma aiuta. La raccolta si presenta come un abbozzo di autobiografia tra le quinte, in palcoscenico e alla Rai..
Molto si discute di tecniche teatrali, che
Camilleri ha praticato come regista e produttore per due terzi della sua vita
attiva. Dei sensi occulti dei drammaturghi cosiddetti dell’assurdo. Del
dialetto – il problema di Pirandello. Della recitazione e dell’attore. Non
definitivamente, spesso nemmeno persuasivamente, ma Camilleri ha la vocazione e
i tempi del conversatore amabile sempre. Specie nella lunga intervista con
Roberto Scarpa che apre e chiude il volume, ma anche nei saggi e nelle lezioni
che Scarpa ha selezionato.
Il sottotitolo promette “Come si diventa scrittori
a teatro”, e questo non c’è. Ma l’aneddotica da sola è travolgente. Del teatro
Camilleri è, oltre che praticante, studioso e anche analista fine, ma il “come
direbbe Montalbano” basta e avanza.
Andrea Camilleri, a cura di Roberto Scarpa, L’ombrello
di Noè, best Bur, pp. 403 € 10
Nessun commento:
Posta un commento