Per
l’Ucraina come già per la Libia il 17 marzo 2011, o del sostegno a Israele,
Berlino si è tirata fuori della Nato e del “concerto occidentale”, transatlantico,
all’Onu. Un po’ come in Europa per la seconda fase della crisi finanziaria,
quella del debito. Il 17 marzo 2011 il rappresentante tedesco all’Onu si
astenne dal voto per la “liberazione” della Libia. Unico tra i partner Nato. In
linea con la Cina e la Russia. Per l’Ucraina non si è astenuto, ma l’Onu non ha
votato. Nei fatti è come se: Angela Merkel tratta direttamente con Putin. A differenza
dell’Italia, che vuole far sapere di non militare contro la Russia, Berlino
apparentemente capitana gli ex Paesi sovietici ora Ue, militanti antirussi, ma per
diritto di signoraggio, non privandosi di disinnescarli.
Gli
incidenti dello spionaggio sono stati acuiti allo stesso fine: smarcare Berlino
il più possibile da Washington. Obama – cui peraltro nella visita a Berlino
Angela Merkel rifiutò la Porta del Brandeburgo per celebrare il mezzo secolo
dell’impegno solenne di Kennedy - e l’amministrazione americana sono stati sorpresi
dalle denunce e le espulsioni per spionaggio da parte di Angela Merkel. Che ha sconvolto e contesta in realtà un modo
di essere interalleato e non fatti di spionaggio ai danni della Germania. Creato
nella guerra fredda e rimasto in piedi perché ritenuto inoffensivo nella mutata
situazione europea – un po’ come le basi americane a Aviano e Sigonella. La
novità è lo sganciamento di Angela Merkel dal sistema di sicurezza americano.
Lo
stesso ora con Israele. “Nel 2003”, ricorda la sua biografa politica Getrud Höhler, antipatizzante, “Angela
Merkel aveva vivacemente criticato i governo rosso-verde guidato da Gergard
Schröder quando si trattò di
mettere ai voti l’intervento in Iraq, accusandolo di ignorare “la lezione più
importante della politica tedesca”, vale a dire che non ci sarebbe mai stato un
Sonderweg, una via speciale,
squisitamente teutonica”. Sull’attacco alla Libia invece, otto anni dopo, il Sonderweg è stato un fatto. E ora si
ripropone con Israele.
Nel
2008, parlando alla Knesseth per i sessant’anni della nascita dello Stato
israeliano, Angela Merkel ne ha eretto la sicurezza, dice Höhler, a “ragione di Stato della
Germania”. Questo non è vero – Merkel non ha detto “ragione di Stato” ma raison d’être. L’impegno
tuttavia fu incondizionato: “Nessuno può negoziare questa scelta che è
prerogativa della Germania”. Il presidente della Germania Gauck, eletto
successivamente, nel 2011, che in un primo momento aveva obiettato sull’ammissibilità
costituzionale di un simile impegno, poi vi si è allineato.
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