mercoledì 24 settembre 2014

Bombardare il terrorismo

I terroristi dinamitano chiese e governi, i “volenterosi” bombardano i terroristi. Sembra equanime, bombe contro bombe. Ma i lenti bombardieri e i velocissimi F 15 o 16 non colpiscono le teste, e potrebbero moltiplicarle. È successo in Afghanistan, l’Iraq è avviato su quella strada. Forse l’Iraq sconfiggerà il terrorismo, ma non per le bombe di Obama, Hollande e i principati arabi.
I bombardamenti notturni tra Siria a Iraq dicono la rabbia di Obama, ma soprattutto ne dicono gli errori. Perfino incomprensibili. Una sorta di obnubilazione del dipartimento di Stato, che pure era il più attrezzato e capace di studiare come va il mondo. Qualcuno imputa gli errori di Obama a una sua fascinazione, come una sorta di equanimità fra le religioni, per l’islam. Ma non da ora gli Usa perseguono una politica filo islam. Se ne servirono nel contenimento anti-Urss, e successivamente per la stabilizzazione dell’area.
Da tempo, già con Bush jr. e anzi con Clinto, gli Usa hanno puntato a sbarazzarsi dei regimi bonapartisti con cui essi stessi avevano stabilizzato la regione negli anni 1950, favorendo e sostenendo, anche finanziariamente, direttamente o attraverso i ricchi principati arabi del Golfo, movimenti politici “centristi” di massa. A carattere religioso quindi, per essere di massa, e moderati. Di fatto un rilancio del modello di stabilizzazione politica che era riuscito in Italia dopo la guerra, attorno alla chiesa con la Dc. Senza fondamento però, neanche storico – l’Italia non è l’Egitto o la Siria. E con abbagli enigmatici.
L’ultimo riguarda l’Isis. Fino a pochi mesi armato e finanziato dagli stessi volenterosi dei bombardamenti aerei.  
Ma dappertutto dove hanno sostenuto i movimenti islamici, gli Stati Uniti si sono ritrovati con regimi  incontrollabili e violenti. Stava per succedere in Algeria col Gie-Fis – l’Algeria poté salvarsi solo come Assad, con una riposta militare. È successo una prima volta in Afghanistan, dove di ripete. E attorno a Israele un incastro è stato creato molto rischioso. Obama è – era – contro Assad, e per i Fratelli mussulmani contro Al Sisi, il presidente egiziano. Per il quale invece sono i principi del Golfo. Obama è anche contro l’Iran, di cui però difende la confessione bombardando l’Isis. Anche la Turchia è – era – contro Assad, e per i Fratelli mussulmani contro Al Sisi. La stessa Turchia che ora, molto “fratelli mussulmani” anche se non dichiaratamente, dopo settant’anni è inaffidabile. E Hamas, il nemico di Israele e degli Usa: protetto dall’Iran, è anch’esso per i Fratelli mussulmani. Che sono la masse, del nuovo corso mediorientale Usa e anche del terrorismo islamico, il suo terreno di coltura. 

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