Si può dire Cernobbio la vecchia
Europa, quella dei commissari e le burocrazie, Tsipras compreso, come se non
avessimo non votato a maggio. Ma c’è di più. Finora era Verona col Garda, ma
Milano sta subentrando con Cernobbio: il piede della Germania in Italia. Con i
suoi ascari.
Singolarmente, non c’erano tedeschi
a villa d’Este, né ministri né commissari, nemmeno un politico - giusto un economista in gita. Forse non erano stati invitati. Ma bastavano
Dijsselbloem e Katainen, che a Bruxelles stanno per conto di Berlino. Messi al
loro posto, letteralmente, da Angela Merkel, ma senza complessi. Sorridenti,
sicuri, il gaudente olandese e il freddo finlandese sono stati indisturbati signori
della conferenza. Compiaciuti di sé, dispensatori di consigli, avvertenze,
minacce. Sul “Sole 24 Ore” Katainen può affermare che i tagli della spesa sono
compatibili con la recessione e la deflazione. Una castroneria. Non per nulla questo Katainen viene dopo Olli Rehn, uno non si sa se più
incapace o più tedescofilo. Alla Germania
nel 2007-2009, che accrebbe la spesa pubblica del 50 per cento, e si prese
6-700 miliardi di fondi Ue, Katainen non obiettò. Fu per questo forse eletto dal “Financial Times” miglior ministro delle
Finanze dell’anno 2009.
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