giovedì 18 settembre 2014

Doping giudiziario

La Procura di Bolzano “filtra” ai cronisti giudiziari amici le testimonianze. Il Coni dell’irresistibile Malagò, invece di proteggere gli atleti, come dovrebbe, li espone per farsene bello. Con i suoi napoletanissimi Procuratori, loquacissimi, minacciosissimi, candidi scaldapoltrone tutti d’un pezzo. Ora “vendendosi” Caroline  Kostner.
È il “sistema” della giustizia, delle indagini interminabili invece che precise e definite, di un processo in itinere tra indiscrezioni, accuse senza contraddittorio e gaglioffate varie, e di dibattimenti infine rituali. Un “sistema” di cui l’ennesimo tentativo di riforma in  corso in Parlamento non riesce a venire a capo. Non una novità, ma infettivo.
Si vedano i nuotatori Pellegrini e Magnini. Che senza titolo, non richiesti, senza nessuna autorità, senza nemmeno una provocazione o un’occasione, sono saltati sul processo mediatico per farsi belli. Anche loro a carico di Caroline Kostner. Pretestando: “Per carità, è un’amica”.
C’è molto Milano in questo farsi bello a spese degli altri. Ma c’è di più il potere corruttivo della barbarie, che attrae e non respinge.

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