Il modello di lavoro tedesco si
basa dall’1 luglio su un salario base di 8,5 euro l’ora. Che è elevato per gli
standard italiani, e anche, seppure meno, per quelli tedeschi. Questi in larga
parte sono già in linea. Per la parte da incrementare sono previste due finestre.
Dall’1 gennaio saranno adeguati i salari per 3,7 milioni di lavoratori, con
miglioramenti minimi. Un milione di lavoratori che avrebbero diritto a un
adeguamento sostanzioso dovrà invece spettare l’1 gennaio 2017.
Più che la transizione, però,
svuoteranno il salario minimo i mini-job e due eccezioni. Resta l’obbligo, per
chi cerca lavoro, in vigore dal 2006, di accettare qualsiasi lavoro. Compresi i
minijob: fino a 450 euro al mese liberi da tasse e contributi sociali, dopo soggetti.
Cioè: ci sono retribuzioni da 450 euro al mese. La prima eccezione è che il
salario minimo non si applica ai minori. Alla grande massa cioè dei minijob, che
vede coinvolti 7-8 milioni di lavoratori, tra donne e minori. Non si applica il
salario minimo, inoltre, per i primi sei mesi quando l’avviamento al lavoro
riguarda disoccupati di oltre un ano. L’eccezione è intesa a favorire il
riassorbimento della disoccupazione di lunga durata, ma si colloca anch’essa
nella libertà contrattuale di fondo.
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