I giornali tedeschi lamentano le
troppe lettere di ritorno dall’Italia. Di denuncia di una vita troppo facile.
Il biglietto costa poco, sul bus urbano o al museo. Il caffè costa troppo poco,
se ne prendono troppi. Anche la pizza, se ne trova a quattro euro, uno
scandalo. Tutta roba che va bene alla parsimoniosità tedesca (si ricordano
famiglie felici sulle Alpi con un piatto di spaghetti bolognese a tre euro: primo,
carne, e dessert incluso, il formaggio in libera disponibilità sul tavolo). Ma
contrasta con la certezza, che i governi Merkel hanno generato, che l’Italia
vive al di sopra dei propri mezzi e a spese dei tedeschi.
Tutta roba però, va aggiunto, in
linea col vezzo tutto tedesco della delazione, la denuncia dell’altro. “Gentile
Germania” ne registra i casi più macroscopici, nella Germania Est, e in quella
di Hitler. Quando cadde il Muro si scoprì che la Stasi, la polizia politica di
Berlino Est, aveva raccolto un numero di dossie tale da coprire una distanza
considerevole:
“A
Berlino c’erano 150 km di dossier di
polizia, si sapeva, si voleva che si sapesse. Erano dietro il Muro ma era
uguale: ovunque la polizia dà l’ansia. Stretti in fila, portavano da Milano a
Genova, o volendo a Torino. Mezzo centimetro per uno, trenta milioni di
fascicoli, uno per ogni tedesco, di là e di qua, tolte le casalinghe e i bambini.
Spia uno su sei, dicevano. Solo uno su sei, che non è poco, ma spiavano tutti.
Per difendersi certo, ognuno spiava chi lo stava spiando, l’informazione che
porta all’afasia”.
…………………………………
“Tutte le cartoline scritte dai
Quandel, una coppia di oppositori solitari a Hitler, che le lasciavano per le
scale e sui davanzali delle finestre, furono consegnate alla polizia, la
Gestapo ne raccolse 220: “Che popolo inconcepibile, che non conosce neppure
l’indulgenza del silenzio e deve subito andare a denunciare chi la pensa
diversamente!”, commenterà Hans Fallada, che ha scritto la storia dei
Quandel. Egli stesso fu denunciato
subito, a febbraio del ‘33, come sovversivo dal padrone della casa che aveva
appena comprato a Berlino, che pensava così di rientrarne in possesso senza
ripagarla. Fallada se ne ricorda in “Ognuno muore solo”, ne fa il leitmotiv,“la mania di denunciare,
origliare, spiare”. Lui che era apolitico, più che altro attaccato alla
bottiglia e alla morfina, e ciò malgrado protetto dal regime.
“Inaffidabili sono i tedeschi, in
questo peggiori della mafia. Ma più che mafiosi si direbbero pentiti.
Delatori cioè, perfidi: si accusano di
tutto, anonimamente per lo più. Sciascia vuole l’anonimo siciliano, ma se lo è,
è per via degli svevi, l’anonimo soprattutto imperversa in Germania. Anche gli
amici degli amici sono all’origine tedeschi. Sono
della monaca Rosvita, la teatrante - “Dilecti socius et ipse sit dilectus”.
Introdotti in Sicilia sempre dagli svevi?”
La delazione è virtù tedesca
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