lunedì 1 settembre 2014

L’amore al catafalco di Balzac

Il sonno è la vera passione sarà, mezzo secolo dopo Balzac, superiore filosofia di Pierre Louÿs. Felice mandrillo cui va creduto, senza scorie affettive: sul suo sonno preagonico l’amante Marie, figlia e moglie di poeti, vegliò trombando col giovane J.C. - materia ai suoi propri romanzi in veste maschile, “Le Séducteur”, “L’Incostante”. Ma avrebbe potuto essere la filosofia di Balzac, che madame Hanska sposò morente nel 1850 per ereditare. Dopo averne ricevuto duemila pagine di lettere a corpo sei. Senza cessare di farsi il pittore Gigoux, ganzi possenti i pittori, malgrado il torrido Ferragosto, dietro il catafalco del moribondo. La vicenda, che Mirbeau ha voluto raccontare quarant’anni dopo, non è inventata: è vera.
Lo scrittore ha pratica infelice dell’amore, anche quando ne scrive. A madame Hanska peraltro Balzac dovette molte affettuosità e perfino una famiglia.
Uno dei racconti misogini di Mirbeau, che Eileen Romano ripropone dopo 120 anni per una ragione? Forse inconscia.
Octave Mirbeau, La morte di Balzac, Skira, ril., pp. 66 € 9
Bilingue, Sedizioni, ril., con un saggio di Davide Vago, pp. 144 € 19

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