giovedì 25 settembre 2014

Non mollare

La novità di Why Not è che De Magistris dice: “Non mollo”. Che cosa non molla? Il municipio di Napoli, di cui s’è fatto sindaco. E perché dovrebbe mollarlo? Perché è stato condannato in sede penale. Ma questo non è notizia, il giudice è sacro – De Magistris è un ex giudice, l’eroe eponimo del partito dei giudici.
Why Not è un’inchiesta che De Magistris, sostituto a Catanzaro da cui ribolliva di uscire, mise su a carico di Prodi, Mastella e una loggia segreta di San Marino. Un’associazione a delinquere per gestire i fondi della formazione professionale in Calabria. Niente di meno. Un’indagine costosa, per le consulenze di intercettazione e registrazione pagate a un certo Genchi, un ex poliziotto. E balorda: testimoni d’accusa due gestori di fondi per la formazione in Calabria già condannati, che si esprimevano col “potrebbe essere” e “non potrebbe non essere”. Che però fece di De Magistris una firma di “Micromega” e lo portò da Santoro, Travaglio, alla Rai e su tutte le prime pagine.
L’inchiesta è stata dichiarata da tempo fasulla. Così come l’analoga del De Magistris esiliato a Catanzaro, Poseidon. Ma De Magistris ha ottenuto, spinto dalla piazza mediatica, il rientro a Napoli e una carriera politica. Ora non si dimette. Senza imbarazzo del partito dei giudici, che per molto meno chiedono le dimissioni di sindaci, presidenti di regione e parlamentari. I pubblici ministeri, nel processo romano che ha portato alla condanna di De Magistris, sostenevano che tutta la colpa era di Genchi.  

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