Un
piano finanziario non ancora ricevuto e una lettera critica dello stesso ancora
non spedita hanno oscurato per una settimana il mercato del debito pubblico
italiano. Similmente per le banche. Le banche hanno concluso gli stress test,
quindi materia all’indiscrezione c’è. Ma ugualmente l’indiscrezione è proibita,
come nel primo caso. È un vizio in cui hanno eccelso i banchieri
centrali tedeschi, alla Bundesbank e alla Bce, e il ministro tedesco del Tesoro,
contro l’Italia negli anni 2011-2013, contro ogni dovere di riservatezza, ma
questo non è una liberatoria. L’indiscrezione configura un reato, l’aggiotaggio, di diritto interno in
molti paesi e di dritto privato internazionale: la manovra artificiosa dei
mercati finanziari.
In
Europa, e nei media italiani, il reato passa inosservato, ma c’è. Dei media si
può solo rilevare l’inadeguatezza. Dell’Europa, bisogna rimarcare che da tempo
non è più una Unione e neppure un’alleanza, ma il focolaio di ostilità
intestine quale è sempre stata prima del progetto europeo. La lettera infine
arrivata a Roma contiene un ultimatum. Nientedimeno, come usava tra i nemici,
quando ancora vigeva il diritto internazionale.
Oggi
che la lettera di Katainen è stata resa pubblica, è vaga. Necessariamente
poiché Katainen non conosce i dati su cui basa le sue riserve. Ma per la sua
stessa vaghezza è più minacciosa. Con l’ultimatum di 24 ore.
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