Sarebbe
tutto da ridere, se non fosse triste, il “processo” che la Commissione di
Bruxelles ha aperto, con condanna preannunciata, a carico del Lussemburgo per
“aiuti di Stato” a favore della Fiat. Non dei milioni di altri domiciliati nel
granducato, della Fiat tra tutti. Un processo aperto dall’ex commissario alla Concorrenza
Almunia, bieco tedescofilo, un uomo che Berlino ha sempre tenuto col morso
stretto, e perfezionato dal suo successore, la danese Vestager, tedescofila
promettente.Perché si tratta solo di fare un favore alla Volkswagen. La condanna
arriverà a ridosso del debutto della Fiat a Wall Street il 13 ottobre, per rovinare il collocamento..
Si
indaga anche su Apple e su Starbucks, ma per colpire la Fiat. La questione di
dove pagano le tasse le multinazionali è reale, ma non è di adesso. Lo è
diventata dal giorno, pochi mesi fa, in cui Fiat Finance and Trade è stata domiciliata
in Irlanda, Olanda e Londra: l’indagine è subito partita. Volkswagen invece si
può liberamente domiciliare per il fisco nel Liechtenstein e a Hong Kong.
La Fiat
troverà i mezzi per scapolarla. La tristezza sta nel fatto che niente è
cambiato a Bruxelles. Abbiamo votato a maggio, anzi non votato, contro una Commissione
di lupi mannari. Per ritrovarcene una eguale, anch’essa nominata da Angela Merkel,
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