Equitalia manda con data 1 luglio una “comunicazione preliminare all’avvio delle procedure esecutive e cautelari”. Col conteggio degli interessi di mora al 5 agosto. Consegnando la lettera il 25 agosto. Senza timbro.
Indagando su tanta sbadataggine, si apprende che la legge
228\2012, contro gli abusi di Equitalia, pone un termine di 120 giorni prima
delle “azioni cautelari (es. fermo amministrativo dell’autovettura) ed
esecutive (es. pignoramento)”. E questo termine calcola “dall’invio, mediante
posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio delle somme
dovute a seguito di iscrizione a ruolo”.
Il dipendente pubblico in Italia
(Equitalia è un ente pubblico) è più che altro uno sbirro: bara con la legge.
Perché il dipendente pubblico è in Italia
sbirro? Perché la legge glielo consente, cioè i giudici. Stessa pasta?
Non si contano i casi in cui
Equitalia esce perdente in giudizio, perché non esistono.
Rispondere a Equitalia richiede due
ore mediamente di lavoro: reperire i titoli di debito, redigere le risposte,
preparare il dossier. Più l’attesa alla Posta e le spese di raccomandata – della
posta elettronica non ci si può
fidare, i giudici la contestano.
Per ogni pratica infondata Equitalia manda mediamente tre-quattro
comunicazioni,. Obbligando quindi a otto ore di lavoro. Più una-due di attesa
alla Posta. Più 22,40 euro – o 24 - di spese postali. Ammettendo che Equitalia
spenda altrettanto per ogni singola pratica, quanto ci costa?
Ma Equitalia spende di più. Meno
per la Posta, e non fa la coda all’ufficio postale, ma più per la redazione delle
contestazioni e relative subordinate. Una giornata di lavoro, anche due.
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