Non
deluderà il “governo Juncker” al suo debutto a Milano domani. In agenda, il
piano Jncker per liberare 300 miliardi in investimenti parte approvato: tutti i
paesi sono favorevoli. Ci saranno vincoli allo sblocco dei
fondi, ma nei limiti delle direttive Ue, non vincoli speciali.
Il
vertice milanese sull’occupazione è stato spostato da Torino, dove si doveva
tenere l’11 luglio, a Milano domani per mettere a punto la proposta Juncker di
rilancio degli investimenti. Il rinvio sembrava non avere dissolto le riserve
sul varo del fondo. Ma si tratta di riserve politiche, che in qualche modo ora
sarebbero state superate, e non di merito. Indiscussa è la intenzione di Juncker di procedere: il piano dei 300 miliardi è una versione solo lievemente diversa del pano salva-Stati da lui proposto con Tremonti nel 2010 sul “Financial Times”.
Le
riserve sono della componente popolare, nel Parlamento e nel governo dell’Unione,
avverso la componente progressista-socialista. Si trattava in sostanza di non
dare a Renzi, in questa fase il pilastro più importante del Pse, il successo
che il presidente del consiglio italiano già aveva speso presso l’opinione
pubblica. Ma Juncker, egli stesso un popolare, si sarebbe smarcato dalla componente
più militante del suo schieramento. Anche se, come sembra, questa può contare
su Angela Merkel, il cancelliere tedesco.
Nessun commento:
Posta un commento