domenica 5 ottobre 2014

Il “centopagine” era di Alvaro, per dare un senso alla vita

Vito Teti ha raccolto, dagli originali dattiloscritti, le sintesi alvariane di “dodici libri di cento pagine”, apparse su “La Stampa”, da un’idea dello stesso Alvaro - la prima idea dei Centopagine di Calvino. Furono pubblicate nell’estate del 1939, mentre la guerra era data per certa. E non sono delle curiosità, ma dei libri fondamentali, quasi a “scongiurare”, dice Teti, “il rischio di fine di una civiltà”.
L’introduzione di Alvaro è una sintesi robusta del rapporto tra scrittura e vita. Un rapporto interminabile: il libro “si fa realtà dando un significato alla vita”, allo stesso tempo che “ogni vera e grande opera è un segno dei tempi”. Un intreccio continuo, destinato a non esaurirsi. Nelle carte di ogni artista si troveranno altri progetti e altre identità: “Le carte leopardiane rivelano il disegno di quello che Leopardi non fu mai, drammaturgo e narratore”. Così come si trova, in tanta varietà, “talvolta un breve libro che in sé i segni della perfezione”.
Si comincia con Platone, l’“Apologia di Socrate”, si continua con la “Poetica” di Aristotele, il “De bello gallico”, le “Georgiche”, la Regola di san Benedetto,”La vita nuova”, “Il principe”, Lazarillo, “Amleto”, Werther, i poemetti in prosa di Baudelaire, “La sonata a Kreutzer”. Come se si leggesse, in tre o quattro pagine, l’originale, non in sunto ma nella trama e la scrittura.
Il progetto era di riprendere e concludere la serie l’estate successiva con altri dodici “cento pagine”, i “Canti” di leopardi, San Paolo, Galileo. Ma gli ultimi tre della prima serie, “Werther”, Baudelaire e “Kreutzer”, uscirono con la guerra in corso.  
Corrado Alvaro, Libri di cento pagine. Sintesi del pensiero umano, Monteleone, pp. 88 € 7,75

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