Dacché
era discretissimo, muto, a che si pronuncia quotidianamente su tutti i
problemi, l’euro, la disoccupazione, gli investimenti, con propositi e progetti
importanti, con autorevolezza, ma non raccoglie. Il governatore della Banca
d’Italia Visco, il protagonista di questa metamorfosi, è sceso in campo anche
lui, dopo che Draghi ha fatto capire che non lascerà la presidenza della Bce
per farsi qualche mese da presidente del consiglio e poi essere licenziato. Con
un programma di governo, questop chiaro.
Ma è chiaro anche si illude – o probabilmente si è lasciato illudere.
Quello
che Vico dice magari è opportuno per tutti, ma nessuno, a Palazzo Chigi e
dintorni, si sente minacciato. Il partito dei tecnici, o partito della
Provvidenza, è da un paio di mesi in fibrillazione, ma senza echi. Renzi non si
è intimidito, e anzi marcia col suo “fare”. Ma più in generale la politica non
ha dato a quest’ultima offensiva “tecnica” nessuna attenzione. Insofferente
anzi alla moltiplicazione degli uomini della Provvidenza, Passera, Lotito,
Della Valle, e forse ancora Montezemolo. Effetto probabilmente dell’esperienza
Monti. Ma più in generale pesa la sordida incapacità dell’Europa – foro per
eccellenza dei tecnocrati – a fronteggiare la crisi. Il rifiuto dei tecnici in
Italia è conseguente al rifiuto delle tecnocrazie europee alle elezioni di fine
maggio.
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