Si viene portati a pensare a una crisi
mondiale, mentre essa è stata ed è europea. Il quadro d’insieme che il Fondo
Monetario Internazionale prospetta nell’ultimo “World Economic Outloook” segna
una contrazione dell’economia mondiale nel solo 2009, con un calo minimo, dello
0,4 per cento. Effetto della contrazione delle “Economie avanzate”, calcolata
nel 3,4 per cento. Con questa eccezione, dal 2007 al 2013 l’economia mondiale è
stata sempre in espansione. Le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo
hanno avuto una crescita costante, superiore mediamente al 6 per cento in tutt’e
sette gli anni, compreso il 2009.
Il calo del 2009, che colpì anche i
paesi dell’Europa centrale e orientale che non fanno parte dell’Ocse (economie
avanzate), fu l’effetto delle recessione Usa e Giappone degli anni 2008-2009,
con tassi di decrescita del pil rispettivamente dello 0,3 e del 2,8 per cento,
e dell’1,0 e del 5,5 per cento. Nonché della Russia nel 2009, con un pesante ,
ancorché eccezionale, – 7,8.
I paesi dell’euro si muovo nei
sette anni tra tassi negativi e tassi positivi contenuti. L’Italia registra
quattro risultati negativi su sette (saranno cinque su otto col 2014): meno 1,2
e meno 5,5 nel 2008 e nel 2009, dopo un più 1,7 nel 2007, e meno 2,4 e meno 1,9
nel 2012 e nel 2013, dopo il ritorno alla crescita nel 2010-2011, con l’1,7 e
lo 0,5 per cento.
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