C’è
nell’ultimo ciclo economico, post-2007, una verità che può servire alla manovra:
la fiducia nella politica – a prescindere, e anche contro, la cosiddetta
opinione pubblica. Si vede con chiarezza nelle tabelle allegate all’ultimo
studio annuale dell’Istat “Rapporto sull’economia italiana”, e in particolare
alla tab. 1.2, al primo capitolo:
Nel
2008-2009 l’economia fu influenzata molto negativamente dal crollo degli investimenti,
e della spesa delle famiglie e delle aziende (scorte), mentre esportazioni e domanda
collettiva ristagnavano. Nel 2010-2011 ci fu una ripresa, benché minima, a
opera dei consumi privati e industriali (ricostituzione delle scorte), e degli investimenti,
contrastata dalla contrazione della spesa pubblica e delle esportazioni. Fu il
rovescio del biennio precedente, seppure con oscillazioni dimezzate. Nel
2012-2013 gli investimenti sono andati letteralmente a picco, insieme con la
spesa delle famiglie e delle imprese, nonché della spesa pubblica, e un risultato
molto più negativo di quello registrato è stato evitato grazie alle
esportazioni, in forte ripresa – esito anche degli investimenti 2010-2011.
È un
andamento che corrisponde ai cicli politici. Quello di Berlusconi fondato sulla
fiducia, malgrado le difficoltà istituzionali e giudiziarie, quello di Monti
sulla sfiducia, malgrado il forte appoggio istituzionale e dei media.
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