venerdì 10 ottobre 2014

La Signora Pesc assediata, da Libia e Ucraina

Lascerà, com’è probabile, tutto come l’ha trovato, costoso (gli Affari Esteri della Ue sono la direzione di gran lunga più costosa di Bruxelles) e inerte, ma non è detto: una possibilità Mrs. Pesc, Federica Mogherini, ce l’ha, di avviare una politica estera europea, se non quella della difesa, una politica concordata e saggia. Anche perché due casi glielo impongono, la Libia e l’Ucraina, creati dalla stessa Ue, dalle cancellerie europee scoordinate e anzi in concorrenza tra di loro. C’è il rischio concreto di avere uno Sato islamico terrorista, un Isis, in Libia, che è la frontiera Sud dell’Unione, oltre che dell’Italia, e di avere la Russia in Ucraina.
L’Ucraina non è i paesi baltici. Dove alla minoranza russa, benché cospicua, è stata imposta l’assimilazione, e la Nato. L’Ucraina è per molti storia russa, la prima Russia, e il 40 per cento di russi che la abitano non si possono cancellare. La Liba è un problema italiano ma anche europeo. È un problema italiano che la Ue ha creato, se non per furbizia per stoltezza, a iniziativa francese e britannica. L’Italia ha perso un mercato fiorente, e quasi chiuso, e un vicino in qualche modo pacificato. Con un accordo funzionante sull’immigrazione clandestina. La Libia pone ora un problema di immigrazione clandestina, oltre duecentomila unità quest’anno, di fronte a cui la Ue non può fare finta di niente.  E ha una probabilità elevatissima di diventare il primo Stato islamico del Mediterraneo. Altrettanto estremista e sanguinario che i talebani in Afghanistan e i salafiti in Irak. Con effetti che saranno dirompenti nel Nord Africa, sul Maghreb e sull’Egitto, ben più destabilizzanti dell’Isis, chiuso in una enclave siro-irachena. 

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