Si
discute sul niente nel Pd. Con rabbia anche, e minacce, ma senza argomenti. Si
discutono le “posizioni”, cioè i poteri interni, non le scelte politiche. Con
un forte senso, se uno ha appena più di trent’anni, di già visto. Ma è la Dc!
Non
tutta la Dc, ma “la” Dc, l’anima sua più vera. I Moro e gli Andreotti – e i
Rumor, i Colombo, quelli del “doroteismo”. Del sopire e sopravvivere. Diceva
una volta Prodi in privato che la Dc non si è comportata male, ha fatto le
scelte decisive giuste, per la Nato e per l’Europa. Ma non ha fatto altro - a
parte le autostrade, l’Eni, l’Enel, i patti agrari, la scuola media, l’edilizia
popolare, tutte le cose di Fanfani, che la Dc mal tollerava e ha cassato.
Si
capisce anche l’elevazioni agli altari di Moro e Andreotti nell’ex Pci ora
confluito nel Pd, e all’origine del dibattito sterile: l’ambizione era di
potersi risolvere nel doroteismo. Il”moriremo democristiani” di un anno fa,
quando Renzi conquistava il Pd, non si riferiva all’ex sindaco di Firenze, ma a
un modo d’essere. Che si esorcizzava, bramandolo in segreto, nel mentre che si
faceva mostra di temerlo.
Nessun commento:
Posta un commento