Corbi e Criscuoli, già autori di “Berlusconate” e “Superberlsconate”,
due best-seller, si superano ora col canto della fine. Si ridicolizzano ma
pazienza: giornalisti parlamentari del gruppo L’Espresso, cioè giorno e notte
alle Camere, sanno che Sarkozy e Merkel hanno meritoriamente irriso a Berlusconi
e all’Italia, che Merkel non ha preparato Napolitano, Napolitano non ha
preparato Monti, Tremonti ha fallito le finanziarie, e Berlusconi è caduto
da solo - è o no un pagliaccio. Ma la parte migliore è il concerto per la sua caduta. Non un flash-mob di musicisti in onore di Napolitano in piazza del Quirinale,
come si disse, ma un evento preparato da tempo. Da Anna de Martini, de
minuscola (il libro cognominizza la particella, male), pugliese, corista a Roma di don Pablo Colino, ci siamo intesi, direttrice di due cori, con Fabrizio Cardosa maestro
del coro e direttore.
L’orchestra e il coro “radunati via facebook”
(Rai) in realtà erano pronti da un anno. Con varie generali all’attivo - all’Aquila
con le carriole, alla Notte della Democrazia, l’8 marzo delle donne, quelle
cose lì. Ma è vero che Anna de Martini, per l’Alleluja a Berlusconi, aveva dovuto
interrompere una vacanza a Amsterdam. Che a novembre non è il massimo, ma vi si
fuma in bici sempre in pace. Anche Cardosa, professore ai conservatori di Frosinone e
Pescara, e alla Scuola Popolare di Donna Olimpia a Roma, specialista dal
Rinascimento al jazz e all’elettronica, è un aficionado di Amsterdam.
L’organizzatrice non ha però aspettato
Corbi e Criscuoli. Si era manifestata subito, più a tutto tondo che nel libro, con
un’intervista uscita su “Repubblica” il giorno dopo l’Alleluja. Molto
sensibile, che di sé parlava mentre cantava al passato, nello stesso momento
avendo sciolto il movimento, la resistenza era finita: “Le frasi urlate l’altra sera contro Berlusconi, come «Abbiamo un sogno nel cuore, Berlusca a San Vittore»”,
è già retorica”. L’altra sera cioè mentre parlava.
La buona borghesia non finisce
mai di fare danni – noi i belli-e-buoni. E sempre glissa sui soldi, è sconveniente.
Due cronisti d’assalto però, di cui uno figlio d’arte, benché seduti alla
scrivania, non dovrebbero vergognarsene. Potrebbero farne un’altra puntata. E
la prossima volta tengano conto che l’“Hallelujah” di Haendel non è Ligabue né
facile da cantare, richiede intonazione, maestria e esercizio (concertazione).
Nobilmente de Martini l’aveva già spiegato: “L’ideazione, l’organizzazione, la
ricerca di musicisti e cantanti professionisti necessari per una resa degna
delle musiche che eseguiamo richiedono tempo ed energia”.
Alessandro
Corbi-Sandro Criscuoli, Il giorno dell’Alleluia
Come l’Italia si è salvata dalla bancarotta, Nutrimenti, pp. 143 € 13
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