giovedì 16 ottobre 2014

L’automobile italiana è tedesca

Non fa notizia la Fiat che va a Wall Street, ed è la migliore casa automobilistica americana, la più in salute. Poco sulla grande informazione, giornali e telegiornali, per niente sulla stampa specializzata, “Quattroruote”, “Auto Oggi”, etc.  È uno dei tanti segni del provincialismo dei media italiani, ma di più di un fatto  cui non si pone attenzione, benché sia evidente: che l’automobile in Italia è tedesca.
Non lo è per produzione – se si eccettuano cose minime: Lamborghini, Ducati, studio Giugiaro – ma lo è per vendite e, e soprattutto per il marketing, dalla pubblicità ai test qualità, al mercato dell’usato. I dati Unrae per i primi nove mesi dell’anno registrano vendite per 283.721 autovetture di marchio italiano, e per 264.500 circa dei marchi tedeschi – comprese le Ford Focus, che si producono in Germania. Un numero di autovetture vendute con leggere prevalenza ancora italiana, ma con larga preponderanza tedesca quanto a fatturato, a valore unitario delle auto vendute. È l’auto tedesca che “fa il mercato” nella stampa specializzata, anche nei grandi quotidiani, dove i supplementi auto si fanno in service, appaltati a giornalisti o studi esterni, che sono legati all’industria tedesca, o ambiscono a legarsi.
Dei tre grandi mercati europei fuori della Germania, Gran Bretagna e Italia sono tedeschi. In Francia invece il mercato è per il 56-57 per cento di automobili francesi, del gruppo Peugeot-Citroën e del gruppo Renault-Nissan.

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