Ora che la Tasi si è rivelata ai
più, si vede che è solo l’Imu sulla prima casa. Con tariffa solo nominalmente
ridotta, poiché esclude l’esenzione. Con l’aggravio di calcolo, consulenza,
pagamento. Nonché del pagamento, nell’occasione, di un altro obolo per gli immobili
non prima casa. Senza vergogna. Senza nemmeno una sanzione, benché minima, nell’opinione
pubblica. Neanche in quella che da un paio di settimane combatte per far cadere
il governo e metterci un banchiere.
È questa la vergogna della Pubblica
Amministrazione: è politica e di governo,
centrale e locale. Abbiamo teorizzato per anni il federalismo fiscale per
ridurre sprechi e esazioni, ma i sindaci lasciano senza respiro, tanta è l’avidità.
La riforma che il governo propone della Pubblica Amministrazione dovrebbe partire
da se stesso, da leggi come questa. Il funzionario fa quello che gli viene chiesto
di fare. Compreso esigere quattro o cinque pagamenti di patrimoniale sulla casa
invece di uno. La Pubblica Amministrazione è neutra, è lo Stato che è putrido.
Di disinvolto nella Pubblica
Amministrazione non c’è che il fisco ad libitum, sciolto da ogni norma, di
Equitalia, i Vigili Urbani e la Guardia di Finanza, i sacerdoti delle multe, con
more, compensi e spese – tutta gente che evidentemente guadagna molto se pensa
che chiunque possa pagare la loro esosità. Qui la “riforma della Pubblica Amministrazione”
sarebbe anche facile: basta responsabilizzare Equitalia – a ogni sopruso un’ammenda
– e demilitarizzare la Guardia di Finanza e i Vigili Urbani, che lavorino da
normali cittadini e non più da “pubblici ufficiali”. Ognuno sa, ogni automobilista
e ogni esercizio commerciale, specie dei mercati e mercatini, l’esosità dei
Vigili Urbani “pubblici ufficiale”. Per anni le sceneggiate si sono susseguite
degli scontrini fiscali – nei week-end di festa in posti rinomati, per farsi la
vacanza pagata e pagarsi gli straordinari. Sapendo che non un centesimo di
evasione si guadagna con gli scontrini. Nel suo libro-intervista con
Lorenzetto, “L’Italia che vorrei”, il patron di Grafica Veneta, colosso dell’industria
tipografica, lamenta di avere i finanzieri in azienda “da vari mesi”: vari mesi
per fare che? passare il tempo? creare uno scandalo?
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