C’è
un gioco dei furbi palese a Bruxelles. I tecnici del Tesoro, che hanno discusso
in streaming con i tecnici di Katainen, hanno avvertito un intento ostile,
malgrado i comuni linguaggi vaselineschi – burocratici, democristiani, comuni al Nord come al Sud
delle Alpi.
La
Francia obiettava alle lettere scritte, che comunque fanno aggiotaggio. E
probabilmente non ne ha ricevuta una. Anche se se ne frega, letteralmente, dei
parametri e gli impegni. Katainen ha assortito il richiamo con i soliti “paesi
mediterranei”, Malta, Cipro, la Grecia, ma mirando all’Italia.
È
su questa netta sensazione che Renzi ha basato ieri alla Camera la sua sfida a
questa Europa. Non ha detto “me ne frego” perché è stato già detto. Ma è come
se. Con la coscienza che il suo è l’unico partito forte, elettoralmente e
politicamente, tra gli indeboliti partiti socialisti e democratici europei. E
che a Berlino, per fare un governo, ne hanno bisogno. La chiave del gioco
individuando a Berlino, alla fonte, e non a Bruxelles, dove stanno i gregari.
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