Nicolina Zumbo, una quasi miss Reggio
Calabria, quasi quarantenne, viene decimata oggi dai suoi nemici politici
appena si candida in lista, ventiquattresima, con un candidato a sindaco di
Reggio Calabria. A vent’anni stava con un boss, da cui ha mediato una figlia
non riconosciuta e un’accusa di favoreggiamento. L’accusa era a suo tempo caduta,
ma Nicolina è finita lo stesso impiombata alle Comunali. Un’altra Nicolina,
Licciardi, di Seminara e non di Reggio, si era invaghita di un capobanda due secoli
fa, il brigante Bizzarro, non altrimenti nominato, anch’egli calabrese. Un
tagliatore di teste che finirà anch’egli male, ma in altro modo – la “donna del
Sud” è sempre sorprendente..
La storia era dunque scritta, i
calabresi come i califfi dell’Isis sono mozzateste? Sì e no: questo racconto di
briganti è di prima del birignao sociale – sono cattivo perché sono povero, etc.
Dumas poi lo orchestra, benché agli esordi narrativi, con un’ottima dose di
suspense. Tra i suoi mezzi linguistici la laconicità, che da sola fa l’ambiente,
e il linguaggio allusivo, complice – reperito e memorializzato nei (pochi)
giorni di soggiorno, peraltro forzato, in Calabria,.
Il racconto è estrapolato dai ricordi di
viaggio a Napoli, in Sicilia e in Calabria di Dumas nel 1835, da lui pubblicati
in tre volumi, poi riuniti editorialmente in due volumi col titolo “Il capitano
Arena”, o “Lo Speronare”. Questa edizione reca le illustrazioni, altrettanto
poco compiaciute, di Clément Auguste Andrieux, pittore e incisore, collaboratore
di giornali umoristici, “Charivari”, “Journal amusant”, “Petit journal pour
rire”.
Alexandre Dumas, Cherubino e Celestino, Pellegrini, pp. 73 € 6,20
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