mercoledì 1 ottobre 2014

Quando le teste rotolavano per ridere

Nicolina Zumbo, una quasi miss Reggio Calabria, quasi quarantenne, viene decimata oggi dai suoi nemici politici appena si candida in lista, ventiquattresima, con un candidato a sindaco di Reggio Calabria. A vent’anni stava con un boss, da cui ha mediato una figlia non riconosciuta e un’accusa di favoreggiamento. L’accusa era a suo tempo caduta, ma Nicolina è finita lo stesso impiombata alle Comunali. Un’altra Nicolina, Licciardi, di Seminara e non di Reggio, si era invaghita di un capobanda due secoli fa, il brigante Bizzarro, non altrimenti nominato, anch’egli calabrese. Un tagliatore di teste che finirà anch’egli male, ma in altro modo – la “donna del Sud” è sempre sorprendente..
La storia era dunque scritta, i calabresi come i califfi dell’Isis sono mozzateste? Sì e no: questo racconto di briganti è di prima del birignao sociale – sono cattivo perché sono povero, etc. Dumas poi lo orchestra, benché agli esordi narrativi, con un’ottima dose di suspense. Tra i suoi mezzi linguistici la laconicità, che da sola fa l’ambiente, e il linguaggio allusivo, complice – reperito e memorializzato nei (pochi) giorni di soggiorno, peraltro forzato, in Calabria,.
Il racconto è estrapolato dai ricordi di viaggio a Napoli, in Sicilia e in Calabria di Dumas nel 1835, da lui pubblicati in tre volumi, poi riuniti editorialmente in due volumi col titolo “Il capitano Arena”, o “Lo Speronare”. Questa edizione reca le illustrazioni, altrettanto poco compiaciute, di Clément Auguste Andrieux, pittore e incisore, collaboratore di giornali umoristici, “Charivari”, “Journal amusant”, “Petit journal pour rire”.
Alexandre Dumas, Cherubino e Celestino, Pellegrini, pp. 73 € 6,20

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