Alienazione – Marx devia e minimizza Hegel – e Feuerbach.
Usando il termine nel senso volgare: del lavoratore che perde (a cui viene
rubato) il senso della propria fatica. Ma la Entfremdung e la Entäusserung
originarie sono concetti bizzarri. Per Hegel è il modo logico della vita dello
Spirito, quando “si aliena” nel mondo, cioè vi si disperde-perde. Per Feuerbach
la trasposizione celeste delle speranze terrene.
La
filosofia – il pensieri pensasto – può tradire il senso (verità) delle parole.
La filosofia è creativa. È anche alienante - deve esserlo?
Dubbio - È la prova del nove del vero – dell’essere.
Giusta la contestazione di Vico, nella “Scienza Nuova”, alle “metafisiche di
Renato Delle Carte”: “Gli addottrinati non debbono ammettere alcun vero in
Metafisica che non cominci dal vero Ente, ch’è Dio. E Renato delle Carte l’arebbe riconosciuto,
se l’avesse avvertito dentro la stessa dubitazione che fa del suo essere.
Imperciocché, se io dubito se io sia o no, dubito del mio essere vero, del qual
è impossibile ch’io vada in ricerca, se non vi è il vero Essere”.
La
confutazione è nella prima appendice alla “Scienza Nuova” curata da Paolo Rossi
per la Bur. Una delle “Correzioni, miglioramenti e aggiunte terze”, redatte d
Vico tra aprile e luglio del 1731 per la riedizione della “Scienza Nuova”, che
poi non furono ricomprese nell’edizione canonica del 1744.
Immaginazione – Eletta da Castoriadis nella
sua seconda incarnazione a ontologia del sociale, invece dell’economia di Marx,
si può “immaginare” come una forza di resistenza. Di difesa più che di azione o
creazione. Contro il degrado naturale e l’impoverimento, altrimenti, sociale.
Oggi, per esempio, in cui il reale contraddice ogni immaginario, quello dei
suoi beneficiari, e sedicenti artefici, incluso. Il reale essendo un mercato
dei furbi, o degli scemi, e della speculazione: l’azzardo, il consumo
(shopping), l’arricchimento senza costrutto e a nessun fine (ostentazione, notabilato).
Una risposta inerte, da tic nervoso, a un’ideologia vuota – al meglio, uno stimolo
diabolico.
Se ne
dicono artefici ma sono addict, drogati.
Nella
sua prima incarnazione, marxista, trozkista, antisovietico, Castoriadis fu
funzionario dell’Ocse, l’organizzazione dei paesi industriali (occidentali),
direttore del servizio statistiche e contabilità nazionali, Nella seconda, dopo
che si dimise nel 1970, un anno dopo aver cominciato a firmare i suoi scritti
col proprio nome invece che Chaulieu e Cardan, fu psicoterapeuta. L’immaginario
diceva, oltre che individuale, sociale: nell’evoluzione delle collettività rilevando
una dialettica non utilitarista, “senza
fine né finalità”, tra l’“istituente” e l’“istituito”. Nel primo assommava le
pulsioni di fare, di creare autonomamente, nel secondo l’insieme delle
istituzioni propriamente dette e delle formazioni sociale – diritto pubblico, codici,
proprietà, produzione, classi sociali, scuola, e ogni altra forma.
Memoria – Accresce, ma su un vuoto. È la mancanza (la
ricerca costante) che la ravviva. O un bisogno, un desiderio, un istinto di sopraffazione
(potere), non esattamente corrispettivo o corrivo al passato. Anche nel culto,
rituale per definizione, ripetitivo, memoriale (tradizionale). Sempre una
linea, un’ombra, una reticenza o un sospetto, la rimescola e le dà nuova vita,
altra, diversa. Nella messa a fuoco, la sequenza temporale, la disposizione
spaziale, la luce, l’ombra, il buio, la gradevolezza, il rifiuto.
Mistero – Beckett nota di Proust, della sua tendenza a
elaborare in continuo sugli stessi personaggi, che “spiegandoli rinforza il
loro mistero”. “Ci guadagna a essere conosciuto, ci guadagna in mistero”, è una
malignità di Paulhan su uno scrittore che non amava. La scrittura, come ogni forma di
elaborazione, di riflessione, aggiunge e non risolve. Aggiunge con l’intento di
risolvere ma allarga l’area incerta. Il pensiero, come la scultura e la
scrittura, la stessa musica, andrebbe meglio esercitato in levare.
Perché
risolverlo? È parte della verità, cioè della ragione d’essere.
Morte – È un fatto diverso, si dice, uno dei tanti
della vita, per la classicità, è terrificante a cominciare dai cristiani. Che
pure, si aggiunge, attendendosi la vita eterna, la morte dovrebbero vedere come
inizio di paradiso. È paura – peccato, inferno? È l’irruzione dell’infinito, il
tempo non tempo, che sgomenta.
Natura
– Madre forse matrigna per Plinio e Leopardi, è di fatto
generatrice e nutrice dell’uomo, che tenta di addomesticarla - vuole vincolarla
con l’umanità. L’umanità è dunque un errore della natura? È l’unica eccezione
nella sua ineluttabilità. Atona, indomabile. Imprevedibile anche, nelle sue
infinite combinazioni, per quanto ritornanti, seriali, modulari anche. E quindi
l’uomo si può dire una delle sue combinazioni. Una madre, per una volta,
innaturale: filosofica. Con la ragione il piano si scompiglia-
Netlingua - Nerd, Geek, Dork, Tags, il Webminar, Stem
(Scienze, tecnologia, matematica), i gerghi in forma di sigle o parole
contratte proliferano. Tutto il netlingo, più gli slang giovanili, che
riproducono ora suoni, come già coi fumetti, e non esprimono significati.
Parole d’ordine e formule di riconoscimento più che comunicazioni – codici
criptici, seppure non cifrati. A opera di una comunicazione anglosassone che si
obbliga a ripeterci “Mr. Obama, the president of the Us”.
Un
linguaggio che vuole chiudere e non aprire, anche se moltiplica le distinzioni
e le sfumature – le moltiplica per affinare la chiusura.
Plutone – È da tempo trascurato,
a favore della dubbia filologia nietzscheana dell’Apollo e Dioniso. Insieme con
Demetra, Proserpina e tutti i riti ctonio-terrestri. È una grecità dimezzata e
fuorviante che si vive - anche tra chi studia e propone i presocratici. Una
classicità dimezzata. Un’attualità dimezzata. In un’età, questa post-acquario,
che si vuole ecologica, ambientale, protettiva. Non della terra?
Radicalismo – Da Voltaire al trozkismo
approda reazionario. Inevitabilmente. Contrario al relativismo (l’accomodamento
pratico, sia pure in forma di “convergenze parallele”), e quindi in fondo al
pluralismo, che Bobbio ha inventato un po’ sornione e un po’ ipocrita, e quindi
all’ugualitarismo. Contrario all’indifferenza, che è l’ingrediente basico del
liberalismo, fin nei recessi ultimi (ipotetici) della libertà.
L’impegno
è antidemocratico. Ha una verità, ancorché la cerchi, e agita una spada. È
eversivo, Quindi, again, combattente.
Tradimento – È della fede –
tra nemici, o solo estranei, è un atto di ostilità. E se ne può dire il
suggello. Anche perché è delle passioni – non si tradiscono i cazzeggi. Sia
pure passioni ragionate, politiche e personali (amore, amicizia, riconoscenza).
Politiche nel senso dei corpi organizzati: propriamente politici, oppure religiosi,
etnici, mafiosi. La lunga serie di tradimenti del comunismo, da Veluchiotis e
Grimau, o di Guido Pasolini, di cui non scrive, giustificati dalla verità
(fede) politica.
zeulgi@antiit.eu
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