A questo punto è
chiaro che la crisi dell’Italia e di buona parte dell’Europa è imposta. Ma non
da un errore di politica economica. La chiave è già in “Gentile Germania”,
loc.cit.:
“Ufficialmente
la Germania sosteneva, guardando ai saldi della bilancia interna della Banca
centrale europea, che la Bundesbank sopporta i costi maggiori della crisi.
Trovandosi per questo sovraesposta nei confronti del Sud Europa, dei paesi col
debito più alto, e quindi essa stessa a rischio contraccolpi. Era la tesi del
presidente della Bundesbank, Weidmann, e più ancora del beffardo Sinn. Mentre i
conti dicevano il contrario: il Sud Europa paga l’austerità, la Germania
accumula attivi. Sono questi attivi fragili, a rischio cancellazione? Ma è la
Germania che ne blocca il bilanciamento, col no a una politica Bce espansiva e
il no agli stimoli alla sua domanda interna, che consentirebbero più esportazioni
– più lavoro, più reddito - ai partner euro”.
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