Il
Kossovo come già la Somalia. I due paesi
che hanno ricevuto più aiuti dall’Italia – e probabilmente dalla comunità
internazionale in termini pro capite - sono i più corrotti, malgovernati e
impoveriti. Sempre in armi al loro interno, se non in dichiarate guerre tribali e criminali.
Se
non avesse questo sfondo pericoloso, lo scandalo Eulex, della
missione europea che avrebbe dovuto assistere la nascita del Kossovo
indipendente, sarebbe da farsa. Un
miliardo, tremila impiegati a tempo pieno, sette anni di lavoro, e nessun
esito, o quasi. Buona parte dei fondi sono stati distratti dalle bande che
controllano il paese.
A
carico dell’Uck, il partito che governa il Kossovo, si è dovuto creare un
tribunale internazionale per crimini di guerra. In pratiche criminose è
coinvolto pure Rugova jr., il figlio del Martin Luther King locale. Che dall’ambasciata
d’Italia s’è fatto dare visti a favore di terroristi, attraverso un impiegato
assunto pro tempore per le pratiche consolari. L’ambasciatore firmava a occhi
chiusi le pratiche del suo cococo, tanto buoni sono i kossovari.
Una parte della responsabilità di questi fallimenti è dell’Italia. Soprattutto
se si pensa che per liberare il Kossovo l’Italia ha dichiarato guerra alla
Serbia nel 1998, contro le regole della Costituzione, a iniziativa del pio
Scalfaro e del progressista D’Alema – furono loro che s’inventarono l’altro uomo
pio, Rugova padre, esibendolo per Roma. E l’ha pure combattuta, coi
bombardamenti aerei. Ma il Kossovo è solo una delle tante piaghe della
cooperazione internazionale..
Gli
aiuti allo sviluppo s’impiantano su buoni propositi. Ma alimentano la
corruzione, che della bontà dei propositi si fa schermo. La cooperazione bilaterale
– il fatto è accertato dalle statistiche delle partite correnti – favorisce i
paesi donatori più che i recipienti. E quella multinazionale (Onu, Ue) è
inefficace se non ai fini della sopravvivenza, il primo aiuto d’emergenza. Non
si costruisce sulla cooperazione.
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