Equitalia deposita alla Casa Comunale
di Roma la vostra multa, insieme con 9.991 altre, un certo giorno di fine
luglio, senza darvene comunicazione. Dopodiché tre anni dopo, vi chiede il doppio
della somma. Senza nemmeno incorrere nel divieto di usura, nonché di truffa -
il doppio lo conteggia a vario titolo, indennità, compensi etc. Ben congegnato,
se non fosse una società di Stato, e comunque soggetta alla legge.
Anche la multa che è all’origine
dell’atto ingiuntivo di Equitalia può non essere mai stata notificata.
All’Ufficio Contravvenzioni di Roma Capitale è pratica corrente. Dopo un congruo
periodo di tempo, lasciato passare per cancellare la memoria, mediamente tre
anni, la multa verrà passata all’esazione raddoppiata. Come far fruttare un
bene intangibile, una multa stradale - magari contestabile. Ingegnoso anche
questo, ma non è un furto con violenza?
Andrea Garibaldi ha, sul “Corriere
della sera-Roma” del 19 novembre (“Poste, i sogni e la realtà”) gli avvisi mai
recapitati di una raccomandata non consegnata. Questa non è una novità, ma è
ora pratica corrente a Roma: il postino delle raccomandate passa e non lascia
avvisi – ma non passa, ha un secondo lavoro. Il destinatario finisce così nella
rete di Roma Capitale, Ufficio Contravvenzioni, e quindi di Equitalia. Nelle
raccomandate, questi sì recapitate, che raddoppiano e triplicano la multa.
Inefficienze? A caro presso per i
destinatari, a volte carissimo. Ma è inutile protestare con le Poste, Garibaldi
spiega in dettaglio.
Ma perché non potrebbe essere un
complotto, sempre per far fruttare un bene intangibile, seppure tra ladri? Almeno
sembrerebbe una cosa intelligente. Un complotto tra Vigili Urbani, Poste e
Equitalia: c’è nulla di più antipatico - in uno Stato legalitario si direbbero
altrimenti?
Si è impunemente sollecitati a connessioni con le numerazioni
satellitari, 0016, 0011, etc, costosissime e di
nessuna utilità se non per il dialer, senza che mai la polizia postale
pensi di intervenire. Né la carissima Autorità Garante delle Comunicazioni.
Per la Befana del 2010 l’Autorità aveva disposto il blocco automatico di
queste chiamate. Ma era forse uno scherzo – avrà confuso la Befana col Carnevale.
Si è disturbati diecine di volte
giornalmente dai dialer satellitari,
e i non accorti truffati. E sollecitati da innumerevoli call center, diecine di volte giornalmente, con offerte farlocche
di tariffe telefoniche, luce e gas. Chiamano in automatico, grazie al non
piccolo mercato degli elenchi della concorrenza, che si penserebbero riservati.
Che vengono scaricati dalla reti, Terna, Snam, Telecom – o da esse venduti?
Senza che le Autorità della Comunicazione e dell’Energia, o il Garante della
Privacy abbiano nulla da ridire. Si è assediati e truffati nel nome del mercato
e della protezione del consumatore.
Un pacco spedito con Poste Italiane
cambia tre uffici postali nella città di spedizione (Bologna) e tre nella città
di destinazione (Roma). La logistica non è stata ancora inventata.
Sda-Poste, per gli stessi pacchi
che girano per sei uffici in due città, offre il tracciamento automatico. L’entrata
e uscita dagli uffici il tracciamento segue al minuto. La notizia della
consegna la dà due giorni dopo. Sda-Poste se ne separa a malincuore?
Si proclamano a Roma, e in altre
città, due o tre domeniche a piedi d’inverno contro l’inquinamento atmosferico.
Senza effetto, si sa, tanto più quando piove. Ma bisogna giustificare,
coi disagi per tutti, quando piove non si può andare nemmeno a piedi o in bici,
gli onerosi stipendi e costi di gestione delle varie strutture ambientali. Che ora
difendono le domeniche a piedi come un fatto pedagogico. Alla bestemmia?
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