Si
vende il petrolio a caro prezzo più facilmente sui giornali che alla pompa. Non
è un caso di pubblicità redazionale, anche la redazionale ha un costo. È un
caso di superficialità, o stupidità, o corrività. Questa probabilmente è più
diffusa: l’opinione segue l’argomentazione dominante, basta darle pezze
giustificative con un’apparenza ragionevole..
L’argomento
è che il petrolio deve stare a 100 dollari non perché è il suo costo di
produzione. Né perche le economie ne hanno bisogno. Ma perché le economie delle
compagnie ne hanno bisogno. Per pagare dividendi altissimi. Per pagarsi fra di
loro licenze, permessi e giacimenti a prezzi sopravvalutati – con provvigioni
percentuali sopravvalutate. Per pagare produzioni marginali che costano molto,
come gli scisti bituminosi nordamericani. Perché – assurdità massima – i
bilanci dei potentati della penisola arabica e la Russia hanno bisogno di 100
dollari a barile per loro faraonici progetti, militari, immobiliari, religiosi.
E il mercato?
Ancora
nel 1986 il prezzo di mercato del petroli era sui 10 dollari a barile. E
nessuno falliva.
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