lunedì 3 novembre 2014

Il mercato dell’informazione è a buon prezzo

Si vende il petrolio a caro prezzo più facilmente sui giornali che alla pompa. Non è un caso di pubblicità redazionale, anche la redazionale ha un costo. È un caso di superficialità, o stupidità, o corrività. Questa probabilmente è più diffusa: l’opinione segue l’argomentazione dominante, basta darle pezze giustificative con un’apparenza ragionevole..
L’argomento è che il petrolio deve stare a 100 dollari non perché è il suo costo di produzione. Né perche le economie ne hanno bisogno. Ma perché le economie delle compagnie ne hanno bisogno. Per pagare dividendi altissimi. Per pagarsi fra di loro licenze, permessi e giacimenti a prezzi sopravvalutati – con provvigioni percentuali sopravvalutate. Per pagare produzioni marginali che costano molto, come gli scisti bituminosi nordamericani. Perché – assurdità massima – i bilanci dei potentati della penisola arabica e la Russia hanno bisogno di 100 dollari a barile per loro faraonici progetti, militari, immobiliari, religiosi. E il mercato?
Ancora nel 1986 il prezzo di mercato del petroli era sui 10 dollari a barile. E nessuno falliva.

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